domenica 30 dicembre 2012

Un bagno di folla

Al risveglio ci si racconta le "avventure" della notte tra materassini che si sgonfiano e concerti dalle note cupe; c'è chi dorme poco e c'è chi al risveglio resiste alle cinghiate... La colazione è varia ed abbondante; ci prendiamo dei tempi tranquilli, l'incontro in Parrocchia è alle 10.00, è domenica e c'è la Messa. Celebra padre Nino, don Roberto è tra i concelebranti. Una piccola orchestra accompagna i canti e una decina di noi arricchisce il coro. Il celebrante racconta un breve racconto, per un attimo ci sembra di essere alla Messa delle 10.30 in Abbazia. Terminata la celebrazione ci incamminiamo verso il Circo Massimo. Tappa con foto al Colosseo e sguardo stupito all'imponente Arco di Costantino. Oggi la fila per il cibo è più ordinata. Il menù prevede melanzane alla parmigiana, salame, tarallucci, plumcake, mandarini e acqua. Introduciamo il pasto con una preghiera in canto che attira l'attenzione di pellegrini di altri paesi. Il momento del pasto nella sua essenzialità si carica di simpatia e la condivisione ci appare una condizione così naturale: ci appare incomprensibile la fatica che invece si vive nella quotidianità dei nostri vissuti.
La preghiera delle 14.00 è a Santa Maria Sopra Minerva, zona Pantheon. Ci dirigiamo verso la Basilica passando davanti a Santa Maria in Cosmedin, senza che nessun temerario sfidi la legge della "Bocca della Verità"; passiamo accanto alle vestigia del Teatro Marcello e poi seguiamo la massa dei pellegrini. Arriviamo alla Chiesa che si rivela nel suo splendore. Durante la preghiera uno dei frére ci invita ad aprire il Vangelo, ad aprirci ai testimoni della fede e ai poveri: in questo modo accogliamo Gesù.
Iniziamo il nostro peregrinare e ci dirigiamo verso Piazza Navona. Siamo accolti da una folla che si divide tra bancarelle, spettacoli di artisti di strada e bar. I più colti cercano di abbinare le statue ai quattro fiumi della celebre fontana del Bernini. Entriamo in Santa Maria in Agone, una bellissima chiesa a croce greca che si affaccia su quello che anticamente era il circo di Domiziano.
Proseguiamo il nostro itinerario e incrociamo un deserto Palazzo Madama presidiato da un solo Carabiniere. Entriamo in San Luigi dei Francesi dove nella cappella Contarelli si trovano tre opere del Caravaggio, oltre a San Matteo e l'Angelo e il martirio di San Matteo la famosissima tela della vocazione del Santo Evangelista.
Arriviamo così di fronte al Pantheon, antico tempio dedicato alle divinità dell'Olimpo dal VII secolo trasformata in Basilica Cristiana con il titolo di Santa Maria ad Martyres. Dopo una sosta bagno, momento essenziale ma anche lungo, lungo, lungo... ci dirigiamo poi verso la Fontana di Trevi: un bagno di folla e la confusione ci fanno persino temere di estrarre dagli zaini le macchine fotografiche o di usare i telefoni per le classiche foto. Dopo una breve sosta ci incamminiamo verso la stazione metro di piazza Barberini. Sembra proprio che tutti si siano dati appuntamento qui. Passano diversi treni carichi di persone. Non riusciamo a salire. Ad un certo punto l'aprirsi delle porte ci consente di incontrare, incredibile ma vero, due ragazze diciottenni di Sesto venute a passare il capodanno a Roma. L'impressione è che ci sia tanto imbarazzo, gli sguardi sfuggono: ci si incontra senza appuntamento in una città come Roma e non c'è spazio per lo stupore e la gioia. Don Roberto sicuramente starà pensando a tutti coloro che non è riuscito ad avvicinare, a tutti quelli che non ha saputo orientare a Gesù, a tutti quelli che riempiranno queste ore di emozioni "indimenticabili", tanto quanto la rugiada di un mattino di primavera. Intanto i convogli passano e noi non riusciamo a salire per andare a San Paolo Fuori Le Mura. Decidiamo di dividerci, e così finalmente riusciamo a salire.
La Basilica intitolato al Grande Apostolo ci affascina con la sua imponenza. Chi tra noi non l'ha mai vista è visibilmente stupito. Don Roberto, Marco e Marika fanno una breve sosta al bookshop organizzato nel portico della Basilica.
All'interno stranamente non si crea il clima di preghiera vissuto in tante altre occasioni. La preghiera è disturbata dal vociare che ci circonda. Nonostante tutto qualcuno riesce ad entrare in profondità e in ascolto. L'assemblea si scioglie quando frere Alois annuncia che il prossimo Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra sarà a Strasburgo.
Alcuni decidono di andare a pregare sulla croce, rito che si ripete ogni sera al termine della preghiera. La croce é il segno inequivocabile dell'amore di Dio per noi, questo gesto di consegna al Signore della vita di tutte le fatiche, preoccupazioni, intercessioni che albergano nel nostri cuore ha il sapore della fiducia, della condivisione, della ricerca. Fiducia in Dio che ascolta e guarisce. Ricerca di un volto di Dio che sia visibile nelle persone che vivono con me. Condivisione della mia vita con chi oggi vive la croce di Cristo.
C'è tempo per una foto davanti alla statua di San Paolo. Marco prepara tutto con meticolosa precisione per fare una foto con l'autoscatto. Stiamo cercando di cogliere l'attimo giusto per lo scatto in mezzo al passaggio di decine di ragazzi, quando una giovane donna moldava, un po' invadente, inizia a tempestare di domande il nostro fotografo. Ne esce un siparietto che riaccende una serata che si è fatta freddina.
Nei nostri zaini ci sono veramente poche risorse. Don Roberto propone di prendere delle pizze da consumare in casa. Salsiccia, verdure, speck e zona, salame piccante, prosciutto e funghi ci introducono all'ultimo atto della giornata. La preghiera è protagonista di queste giornate: preghiamo ricordando l'origine della nostra fede nelle nostre comunità ed esperienze, ringraziamo per chi oggi è per noi segno chiaro della fede nel Dio di Gesù Cristo, ringraziamo e chiediamo perdono. La benedizione del Signore è la nostra "Buona Notte"!

sabato 29 dicembre 2012

Piccole luci per quanti ci circondano

La notte ristoratrice ci consegna un nuovo giorno. Colazione comunitaria con the, latte, caffè, biscotti e panettone. L'appuntamento è alle ore 9 per la preghiera, preceduta dalla Messa. Diciamo che abbiamo vissuto momenti di preghiera più curati e che, nonostante non siamo poliglotti, sappiamo distinguere una buona traduzione da una approssimativa. Ci viene proposto un pellegrinaggio sulle orme del beato Angelo Paoli, un carmelitano di origini toscane beatificato lo scorso anno e che è chiamato da sempre "padre dei poveri". Le sue spoglie mortali sono custodite proprio nella chiesa di San Martino perché presso la chiesa c'è il convento dove il beato è stato per 30 anni maestro dei novizi. Tuttavia coniugò questo prezioso incarico con un'instancabile opera di accoglienza dei poveri. Il pellegrinaggio, guidato da un sacerdote, ci porta a visitare l'ospedale di San Giovanni dove il beato Paoli ha servito i malati confortandoli con la testimonianza di un amore per l'Eucaristia e per il mistero della croce. L'itinerario si conclude al Colosseo che purtroppo non possiamo visitare.
 Ci dirigiamo allora verso il Circo Massimo, dove viene distribuito il cibo. Nonostante molti di noi abbiano esperienza di diversi incontri, la visione di centinaia di giovani in fila per il "pranzo" è impressionante. Dopo un iniziale scoramento ci mettiamo diligentemente in coda. Veniamo mossi dalla folla e giungiamo ai bancali della distribuzione. Menù: cannelloni ricotta e spinaci "caldi", panino, formaggino, yogurt, frutta, biscotti grisbì e bottiglietta d'acqua. Consumiamo i cannelloni sedendoci nel centro del grande spazio, una volta teatro di giochi e spettacoli. Mentre abbandoniamo la nostra sala da pranzo assistiamo a una scena raccapricciante: un giovane che con aria tra lo sorpreso e lo schifato prende i cannelloni e li mette nel panino. Viva l'Italia e il suo cibo!
Saliamo sull'Aventino per visitare Santa Sabina, la fatica si fa sentire e il passo è alquanto stanco. Cerchiamo dunque un bar per i consueti bisogni fisiologici e per un buon caffè. Decidiamo di prendere la metropolitana che ci porterà nei pressi della Città del Vaticano. Alle 18 infatti ci sarà la preghiera con Papa Benedetto. L'arrivare per tempo ci garantisce la possibilità di stare seduti e in una posizione che ci permette di seguire bene la celebrazione. Abbiamo anche il tempo di visitare il magnifico presepe, dono della regione Basilicata. Alle 18 puntuale arriva il Santo Padre. Il giro della piazza è simile a quello percorso per le udienze del mercoledì. Il canto introduce la preghiera. L'ascolto della parola, la preghiera d'intercessione, il silenzio introducono proprio le parole del Papa e di frere Alois. Intanto la piazza si costella delle luci dei flambeaux, come sapete strumenti scenosi ma anche pericolosi. Così quando Chiara decide di iniziare un rogo rischia di abbruciare lo sventurato pellegrino davanti, il quale evidentemente già pronto al martirio, non si scompone minimamente. Tutto questo mentre alle nostre spalle una "gentile" signora cambia tutte le parole dei canti, inducendoci all'inevitabile sorriso. Il pellegrino greco al nostro fianco, ogni 15 minuti circa si alza sulla sedia e fa una panoramica di tutta la piazza.
Il giungere dell'imbrunire porta con sé anche una brezza gelida, così le quasi 4 ore fermi non ci fanno apprezzare i 10 gradi che alle ore 19.30 caratterizzano il clima in questo fine dicembre romano. L'unico modo per scaldarci è trovare un posto dove consumare qualcosa di caldo al caldo. Finiamo nel più classico dei posti: il ristorante alla stazione Termini. Ognuno sceglie il suo menù e ridendo e scherzando è ora di tornare a casa. I frati ci chiedono di ospitare un nuovo amico che andrà ad arricchire la "stalla" dei ragazzi. Ci raduniamo per un breve momento di preghiera, ringraziamento per l'intensa giornata e richiesta di perdono per quelle relazioni poco custodite e per l'uso non corretto di linguaggi e cose. Alcuni avvisi per l'indomani e la proposta di vivere il pranzo di capodanno in un locale vicino a Santa Maria Maggiore.
I maschi attrezzano la doccia esterna che diventa un gioco per tutti. Nel frattempo, l'unica doccia della casa ha un guasto e solo l'intervento di Marco Mc Gyver ci consente di tamponare la situazione. In ordine sparso ci si sdraia sugli essenziali giacigli e ci si appresta ad affrontare una nuova notte. Nonostante la fatica anche questa sera la percezione più chiara è che ci è stata donata un'altra giornata da ricordare.

venerdì 28 dicembre 2012

Una colossale giornata

Si parte! Fait partie! Është pjesë! Apotelei meros! We're ready! Dalis! Behoort! Jest częscia! Este parte! Ist Teil!
Finalmente si parte! Alcuni genitori vengono a salutarci nel cortile dell'Oratorio e, quasi in orario, saliamo sui nostri mezzi destinazione Roma. Ma poiché crediamo che questa esperienza non è solo una nostra iniziativa ma è espressione della Comunità Cristiana, andiamo a salutare il nostro Parroco. Don Luigi ci accoglie e ci regala due panettoni e un sacchetto di cioccolatini ma soprattutto la sua benedizione. Adesso possiamo veramente partire.
Stando al Tom Tom dovremmo arrivare a Roma alle 4. Il viaggio fino a Bologna scorre veloce e tranquillo. Gli autisti si dimostrano svegli nonostante sia quasi mezzanotte. La sosta necessaria decreta anche la fine dei giochi sul pulmino mentre sull'auto inizia un confronto di carattere culturale: si passa così da quesiti di storia a geografia passando da grammatica Italiana ed educazione civica. Alle 4 siamo alle porte di Roma. Il Tom Tom aveva ragione. Ci fermiamo così per una sosta più prolungata per dormire. Ripartiamo alle 6 e alle 7 siamo all'Istituto Santa Maria in viale Manzoni 5. Non ci crederete: siamo i primi!!!

Ci accoglie frere John che ci invita a seguirlo e inizia quella che sarà una vera epopea: l'accoglienza! Prima di partire abbiamo creato un contatto con un'associazione di Roma grazie all'interessamento della nostra amica Carla. Subito ci informano di essere al corrente della nostra situazione. Saliamo nelle sale predisposte per le informazioni e la distribuzione del materiale. La giovane incaricata, in un italiano alquanto sgrammaticato, ci fa intuire che avremo qualche problema. Così aspettiamo che ci venga riconosciuta la parrocchia di appartenenza ma, ahimè, lasciamo l'istituto senza i fogli siglati con il codice distintivo della stessa. Scopriamo che la parrocchia San Martino vicino all'Istituto non corrisponde a quella che ci è stata indicata. Torniamo all'istituto e mandiamo Matteo (pensando che avranno almeno timore della sua stazza!) a recuperare i fogli ma purtroppo gli consegnano i fogli sbagliati. Don Roberto allora va a cercare il frere responsabile dell'accoglienza che dopo una prolungata attesa gli consegna la destinazione agognata, pur non fornendo fogli a sufficienza per tutti gli iscritti. Ci dirigiamo verso la parrocchia di San Silvestro e San Martino ai Monti. Scopriamo che è affidata alla comunità dei Padri Carmelitani.
Ci vengono incontro alcuni giovani frati che indossano parrucche colorate e improvvisano balletti e piccoli sketch. Nel bar della parrocchia possiamo consumare una discreta colazione: caffè, the, biscotti, tortine e cioccolato. Tutto sembra perfetto ma... Il frate incaricato dell'accoglienza ci dice che non può registrare tutti i 18 del gruppo perché mancano 3 fogli. Don Roberto cerca di spiegare che in realtà non sono necessari e che basterebbe chiamare la sede dell'accoglienza per illustrare l'accaduto, stante il fatto che tutti abbiamo già l'alloggio. Ma la burocrazia anche qui ci rende un cattivo servizio, così Marco e Chiara sono costretti a tornare in viale Manzoni e recuperare quanto è certamente inutile ma inspiegabilmente diventato così essenziale. Nel frattempo ci raggiunge don Giovanni, il sacerdote assistente del COR (Centro Oratori Romani) responsabile del luogo dove saremo alloggiati. Ci appare subito simpatico e disponibile, così non ci stupiamo quando ci accompagna alla casa e ci dedica parecchio tempo. Scopriamo di avere a disposizione una saletta per le ragazze e una per i maschi, due bagni, una doccia al coperto e una all'aperto. Ma come? Ma non è inverno? Si, ma qui oggi ci sono 15 gradi. In realtà il freddo si fa sentire, soprattutto quando siamo fermi e siamo all'ombra, ma un cielo così punteggiato da gabbiani e da un azzurro intenso ci fa pensare a un anticipo di primavera. La fame si fa sentire e ci dirigiamo verso due locali segnalatici dal nostro amico don Giovanni. La segnalazione si rivela davvero centrata e così gustiamo un ottimo panino con porchetta, pomodori secchi e cicoria oppure prosciutto, mozzarella e zucchine; ma il Polvere di Stelle ha sicuramente altri menù da scoprire. Irresistibile il passaggio nella pasticceria Ciuri Ciuri. Così Gibbo, Luca, Chiara, Silvia, Marco, Andrea si rinfrancano con uno spettacolare cannolo siciliano.
Iniziamo il nostro tour romano. Siamo alloggiati in una zona straordinariamente bella, così in pochi minuti siamo al cospetto del maestoso Colosseo. Foto di rito, qualche domanda di storia e poi raggiungiamo la chiesa di San Clemente, una delle più antiche di Roma sorta sulle vestigia di un mitriale, luogo di culto intitolato al dio Mitra, divinità di origine ellenistica accolta dalla cultura romana. Don Roberto ci propone poi la visita a un luogo originale e inedito: santo Stefano Rotondo, chiesa a sezione circolare con iscritta una pianta a croce greca. Saliamo sul Celio nella speranza di vedere il tramonto sull'anfiteatro Flavio. Entriamo nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, dove è sepolto San Paolo della Croce. La chiesa infatti è affidata ai padri passionisti.
Ritorniamo verso casa anche perché aspettiamo che ci raggiungano gli ultimi cinque amici, partiti nel primo pomeriggio con il treno. Che festa quando li vediamo sbucare dalla stazione del metro a Cavour. Sistemazione e poi torniamo alla chiesa di San Martino (così ci era stato detto) per avvisare del loro arrivo. Il colloquio con il solito frate ci crea qualche difficoltà ma finalmente tutto si aggiusta. Mandiamo Chiara, Marika, Capen e Carlo a fare la spesa per la colazione di domani. Ora che il gruppo si organizza si fa tardi, così non riusciamo a partire prima delle 19.10. Il luogo della preghiera di questa sera è la basilica a noi più vicina, Santa Maria Maggiore ma quando arriviamo alle chiesa scopriamo che non fanno entrare più alcuno. Dopo un po' di irritazione andiamo a prendere la metropolitana che ci porta a San Giovanni in Laterano. Facciamo in tempo ad ascoltare la meditazione di frere Alois. Terminata la preghiera torniamo verso casa e consumiamo il cibo che ci è stato consegnato al mattino. Qualcuno torna a scegliere un panino al "Polvere di stelle" e Gibbo torna a fare un giro al "Ciuri Ciuri". Le forze ci abbandonano. Mollemente arriviamo al COR. Nella chiesa attigua ci troviamo per un breve momento di preghiera, qualche avviso e, per chi vuole, la celebrazione dell'Eucaristia. Don Roberto invita a ringraziare e a non dare per scontato il momento che stiamo vivendo. Non lo diciamo ad alta voce, ma la sensazione che sicuramente è in ciascuno di noi è quella di aver vissuto una giornata davvero colossale.

giovedì 27 dicembre 2012

Messa in Fondazione Piatti


Anche quest'anno ci è stata offerta la possibilità di celebrare la Santa Messa in occasione del Natale insieme agli Ospiti della Fondazione Piatti. Un momento da alcuni di noi atteso, vissuto con la gioia di poter donare un'ora del nostro tempo a chi si trova in difficoltà portando il Signore Gesù che viene per ognuno di noi.

mercoledì 26 dicembre 2012

Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra a Roma


Accompagniamo con la preghiera e la stima i giovani che hanno scelto di vivere l'esperienza del Pellegrinaggio di Fiducia sulla terra, che quest'anno sarà ospitato dalla città di Roma dal 28 dicembre al 2 gennaio. Giorni di condivisione nella preghiera, nella fiducia, nell'essenzialità. Con sé porteranno anche la nostra Comunità con il suo desiderio di rinnovamento interiore in questo anno della fede.
Ogni giorno potremo seguire i giovani leggendo il racconto che scriveranno qui sul blog e scaricare (clicca qui) il libretto della preghiera giornaliera.
Per seguire le meditazioni di frere Alois clicca qui.

venerdì 21 dicembre 2012

Auguri Atleti!

23 dicembre 2012
Tutti gli atleti della Polisportiva Sant'Agostino, con allenatori e responsabili, amici e familiari sono invitati a partecipare alla Santa Messa in Abbazia alle 10.30, e ad un momento di scambio degli auguri al termine della celebrazione presso il Cristo Redentore. Vogliamo insieme ringraziare Dio per il dono della vita, per le amicizie, per la salute, per la possibilità di divertirci giocando e facendo giocare e per la gratuità di molti che lavorano con passione a servizio dei giovani.

venerdì 7 dicembre 2012

A Natale regala dignità

Un'occasione per scegliere doni 
che parlano di futuro e di speranza.

lunedì 3 dicembre 2012

Preadolescenti che raccontano


Durante l'incontro di domenica 2 dicembre, abbiamo chiesto ai nostri ragazzi preadolescenti di rivivere l'esperienza caritativa della Colletta Alimentare svoltasi sabato 24 Novembre scorso. Alcuni loro commenti:

Federico: "Credevo che nessuno avrebbe dato niente, invece mi sbagliavo; un'esperienza positiva da rifare".

Luca: "Pensavo di annoiarmi invece mi sono divertito; qualcuno ci ha risposto male e io volevo mandarlo a "farsi benedire"..ma non l'ho fatto"! (..e bravo Luca n.d.r.)
"Alcuni sembravano bulli, invece hanno aderito, anche comprando dei chupa
chupa sono stati generosi! L'abito non fa il monaco!"

Martina:  "Alcuni erano disonesti, dicevano di aver già offerto ad altri dei nostri, invece uscivano senza sacchetti".

Irene: "C'erano alcuni che rispondevano male! Le commesse erano gentili e felici di vederci al servizio degli altri!"

Silvia (edu): "Il responsabile di zona non pensava di vedere così tanti ragazzi giovani!"

Alice: "Mi sono divertita, ero a casa ad annoiarmi. Ho chiesto di fare il turno anche il pomeriggio."

martedì 27 novembre 2012

Pensieri dei giovani che hanno partecipato agli esercizi

Alcuni giovani della nostra Comunità che hanno vissuto gli esercizi spirituali di Avvento insieme ai loro coetanei della zona pastorale di Varese, desiderano condividere qualche pensiero, ripercorrendo le meditazioni di don Aristide Fumagalli che durante le serate ha consegnato loro tre diverse figure: Nicodemo, e la sua fede timida, il Discepolo Amato e la sua fede amorosa e Tommaso con la sua fede dubbiosa.

L’immagine del bambino che chiede di essere preso in braccio, paragonata al modo in cui il Signore Gesù cerca di comunicarci il Suo amore attraverso l’Eucarestia, chiedendoci di essere accolto attraverso le parole “Prendete e mangiatene tutti” mi ha fatto molto riflettere.
E’ il Signore che chiede a noi di essere accolto, attraverso la purezza e la bontà di chi non ha pretese, di chi non obbliga nessuno a seguirlo ma che nello stesso tempo si concede a tutti, anche a chi perde la strada, a chi Gli volta le spalle, a chi ha una fede che vacilla.
Ognuno di noi dovrebbe dare a se stesso la possibilità di conoscerLo e di incontrarLo, per scoprire che la Sua maniera di esprimere amore, perdono, sacrificio può essere comune anche a noi che nella quotidianità possiamo portare il Suo messaggio attraverso il nostro esempio, scoprendo un nuovo modo di vivere, di relazionarci al prossimo, alle difficoltà, ai dispiaceri.

Dono e perdono.
Sarebbe così semplice se tutti fossimo in grado di tradurli nei piccoli gesti di ogni giorno: troppo spesso è più semplice agire al contrario e il mondo di oggi ne fa testimonianza.
E’ importante che noi viviamo come Lui avrebbe voluto: la pace e l’amore generano SOLO pace e amore, il mondo non si cambia con la rabbia e con le guerre.
Allora avremo almeno la speranza di poter vivere un futuro migliore e poterlo offrire anche i nostri figli. 
Eliana


La Fede è innanzitutto relazione con Dio; relazione di confidenza e di affidamento, relazione d’amore. La Fede vive d’amore. La Fede in Gesù è un legame che va custodito, fatto crescere e condiviso. 
Ma come?
La fede timida di Nicodemo, a volte, mi appartiene. Lui non è contro Gesù, ma nemmeno suo intimo amico. Ha paura. Paura, forse, del giudizio dei giudei, paura di aprire il proprio cuore a una persona che ancora gli era sconosciuta. Questa paura, però, viene superata dal desiderio di conoscere di non far prevalere il giudizio di altri.
Alimentare la propria fede, la mia fede, chiede un impegno, una continua ricerca, un dialogo che deve esserci, anche nei momenti più difficili, in cui si fatica a percepire la presenza del Signore, quel Signore che ci ama talmente tanto da dare la sua vita per noi.
Ho la certezza che il Signore mi ascolta, che ascolta ognuno di noi: si è concesso a Nicodemo, timoroso, al discepolo amato e non si è tirato indietro quando Tommaso ha dubitato della sua venuta. Perché non dovrebbe ascoltare anche me e accogliere le mie incertezze?  Certo, come un’amicizia o un legame profondo con la persona amata va fatto crescere ogni giorno, così anche la relazione con Gesù ha bisogno di una frequentazione quotidiana: nella preghiera, nella partecipazione all’Eucaristia… E come il discepolo amato si lascia guidare da Pietro, così anche noi giovani abbiamo bisogno di testimoni, di maestri che ci accompagnino a varcare la soglia dell’amore, un amore che, come ci insegna Gesù, deve essere capace di pace e perdono perché, “dove si ricerca la pace, dove si offre il perdono, lì è presente lo Spirito del Risorto”. (cit. don Aristide)
Chiara


E vide e credette
In questa breve frase c’è quanto di più semplice possa esserci agli occhi di ogni persona.
Non c’è nulla di meglio che vedere per credere, anche se non è così scontato che, una volta visto, tutti i dubbi vengano cancellati. In fondo è proprio quello che è successo circa 2000 anni fa: in molti hanno assistito ai miracoli di Gesù, ma in pochi hanno creduto. Anche coloro che gli sono stati più vicini, gli Apostoli, hanno faticato molto a credere nella Risurrezione, ad accogliere la passione di Cristo come un passaggio, un cammino dalla morte alla vita.
Gesù è dovuto apparire loro in carne ed ossa, farsi toccare, dimostrare la sua resurrezione.

Nei personaggi di Nicodemo, Giovanni e Tommaso abbiamo contemplato tante tipologie di fede; quella timida che ha paura di uscire allo scoperto, di trovare l’intimità vera con Gesù, di testimoniare la verità alla luce del sole; quella amorevole del discepolo amato, l’unico che ha vissuto in prima persona la passione di Cristo, che per primo accorre alla notizia della scomparsa del corpo di Gesù e che, una volta entrato nel sepolcro vede e crede.
Infine c’è la fede dubbiosa di Tommaso che fino a che non mette il dito nel costato di Gesù rimane incredulo davanti alla testimonianza degli altri apostoli, ma che, una volta toccato con mano le ferite di Cristo, esprime la più grande testimonianza di fede: “Mio Signore e mio Dio”. Trova l’intimità vera con Gesù.

E la mia fede? A quale di queste assomiglia? Nella mia mente, dopo questi incontri sono risuonate una serie di domande:
Quanto sono intimo con Gesù? Quanto mi trattengo e da cosa sono trattenuto per paura di farmi coinvolgere dalla sua fede? Quanto ritengo che la mia fede sia già abbastanza così?

Gesù non ci forza, non ha fretta; lascia che le domande affiorino in noi, che il nostro desiderio di Lui cresca, ma in totale libertà. Ci vuole un tempo di maturazione, una gravidanza nella quale coltiviamo e facciamo crescere in noi il desiderio di Lui, dell’intimità con Lui.
Dobbiamo affidarci alla fede di altri, di coloro che per noi hanno visto, hanno toccato con mano ed arrivare a comprendere l’opera di Dio nella nostra vita.

E se pervade in noi il dubbio ricordiamoci una cosa: Tommaso ha espresso il desiderio di toccare con mano e Gesù non si è tirato indietro. Come non si è tirato indietro quando Nicodemo ha dimostrato un reale interesse verso di Lui.
Dobbiamo osare, esporci e desiderare realmente l’incontro con Lui.
La nostra fede è basata su chi ha VOLUTO VEDERE, TOCCARE e CREDERE. La professione di fede di Tommaso diventa anche la nostra: “Mio Signore e mio Dio”.

Vorrei concludere con una frase di un canto che ha accompagnato la meditazione di lunedì sera. È un’esortazione che faccio a me stesso poiché non sempre ho la forza di accettare di non comprendere fino in fondo ciò che mi accade, di saper leggere le cose con gli occhi di una fede intima con Gesù, di una fiducia in Lui:
Luce in ogni cosa, io non vedo ancora,
ma la tua parola mi rischiarerà”
Marco


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